La stagione MotoGP volge al termine e pensando a Valencia, che ancora una volta ospiterà l’ultimo round del calendario, è impossibile non ricordare Nicky Hayden.

 

L’americano, prematuramente scomparso nel maggio del 2017 a seguito di un incidente in bicicletta, era un grande pilota ed una persona meravigliosa. Impossibile non volergli bene. Fiero delle sue umili origini e dei suoi inizi a Owensboro, Kentucky, Hayden aveva fatto tutta la gavetta ed era giunto alla vetta conservando intatta la sua umanità. Gentile, alla mano, sempre sorridente e assolutamente non scalfito dalle manie di tanti piloti.

 

Domenica 29 Ottobre 2006, il giorno in cui il Kentucky Kid conquistò il titolo iridato MotoGP, è stato uno dei più belli dell’era 4 -tempi. C’erano tutti gli elementi di un cocktail esplosivo di emozioni: il dramma, la rivincita dell’underdog, la lotta di Davide contro Golia, ma soprattutto la favola che niente può essere impossibile.

 

Tutto giocava a sfavore del pilota Honda, giunto alla finale con 8 punti di svantaggio dal campione in carica Valentino Rossi. Sulla carta il mondiale era già deciso. Non solo, Nicky scattava dalla 5° casella in griglia, Vale in pole.

 

Il resto è storia. Nicky ha reso l’impossibile possibile, con fede e determinazione, sfruttando al meglio l’errore del diretto rivale. Cristallino nella sconfitta, nella ghiaia dell’Estoril appiedato dal compagno, e nel pianto liberatorio della vittoria.

 

Quest’anno a Valencia, domenica 17 novembre, il nostro pensiero e quello del paddock della MotoGP andrà al Kentucky Kid.

 

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